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OPTO e i suoi tempi

La casa editrice Treccani ha appena pubblicato un Saggio di cronosofia. Avere Tempo del filosofo Pascal Chabot.

Il testo parla della nostra relazione con il tempo oggi, che risulta essere più o meno imprigionato fra nostalgia del passato, dipendenza dal presente e inquietudine del domani.

Numerosi politologi, studiando i fenomeni politici degli ultimi anni, parlano della diffusione di una “retropia”, ovvero di una idealizzazione del passato che soppianta quello che un tempo erano le ideologie.

Fra azioni quotidiane e rifrazioni social delle medesime e culto del passato più o meno recente (al riguardo, potrebbe tornare utile anche scorrere il catalogo delle produzioni Netflix), il futuro sembra spacciato.

Eppure, il futuro rimane una dimensione necessaria alla vita dell’uomo e, per questo motivo, viene vissuto con inquietudine, soprattutto da chi al futuro è predisposto: i giovani.

Un gruppo underground di quando ero giovane io, I Ministri, cantavano: il futuro è una trappola. Doveva essere il 2008/2009. Avevo l’età giusta per sentirmi pienamente rappresentato da quella frase potente e apodittica.

Aldilà di tutte le congetture però di futuro continuiamo a parlare. Lo facciamo quando parliamo di ambiente, clima e pianeta; lo facciamo quando parliamo di chat igt e nuove tecnologie; lo facciamo quando parliamo di scuola e merito (e tralasciamo qui le discussioni un filo artate e fumose al riguardo).

Noi navighiamo in questo mare; in questo tempo; non veniamo dal futuro, ma sappiamo di andarci incontro ed è esattamente quello che vogliamo fare.

Le trappole funzionano quando non le vedi; noi vogliamo andare a vedere; vogliamo orientarci fra rifrazioni di tempi e spazi. Nasce con questo spirito l’associazione Opto – Operatori di Percorsi Trasversali e Orientamento.

Un’associazione professionale e molto di più. Vogliamo creare una community di chi pensa il futuro: realtà formative, aziende, ragazze e ragazzi.

Ogni nostro giorno presente lo spendiamo pensando al futuro.

Perché opportunità e felicità devono tornare a fare rima.

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